Gaetana Sterni nasce il 26 giugno 1827 a Cassola, diocesi di Padova e provincia di Vicenza, da Giovanni Battista Sterni, amministratore della nobile famiglia Mora, e da Giovanna Chiuppani. Alla fine del 1835, il padre si trasferisce a Bassano portando con sé la moglie e i sei figli.
Non ha ancora 16 anni quando sposa Liberale Conte, vedovo e padre di tre figli. Dopo otto mesi di matrimonio, Liberale improvvisamente si ammala e muore.
Cinque mesi dopo, dà alla luce un figlio, che vive solo tre giorni. Da allora iniziano per Gaetana anni di amara vedovanza: incomprensioni, sospetti, calunnie da parte dei fratelli del marito, per finire cacciata di casa come una intrusa interessata e ladra.
Dimentica di sé, aiuta i figli del marito a lei affezionatissimi ad accettare il duro distacco.
Gaetana, rientrata nella casa materna, pensando al suo futuro, prega assiduamente perché Dio le faccia conoscere lo sposo che ha scelto per lei ma, proprio nella preghiera, percepisce con chiarezza che Dio vuole essere “l’unico sposo dell’anima sua”.
Percorre un esigente cammino vocazionale: il suo proposito di fare la volontà divina la porta a vivere diverse e significative esperienze spirituali, e impara ben presto ad ascoltare Dio nel segreto scrigno della coscienza e nel silente grido dei poveri, e che fare la volontà di Dio significa donargli la vita perché diventi terreno fertile per far germogliare i semi del suo Regno.
Gaetana, che fino allora, mai aveva pensato di farsi religiosa, incredula, sconvolta, ne parla al confessore, il quale conferma categoricamente trattarsi di una autentica chiamata di Dio. A 20 anni, Gaetana entra come postulante dalle Canossiane di Bassano. Dopo cinque mesi in cui si sente felice, ancora una volta nella preghiera è preparata da una nuova premonizione al ritorno in famiglia e poi all’entrata al Ricovero di Bassano. Infatti, dopo pochi giorni Gaetana deve lasciare il convento per assistere la madre morente e assumersi la responsabilità dei fratelli minori. Per ben cinque anni, lotta con ogni sorta di difficoltà: ristrettezze economiche, gravi malattie e dispiaceri. Nonostante tutto, riesce a vivere “da religiosa in famiglia”, fedele alla confessione frequente, alla comunione quasi quotidiana e alla preghiera incessante per conoscere la volontà di Dio su di lei.
Nel confronto con i suoi padri spirituali comprende, con chiarezza, che Dio la chiama al servizio dei poveri nel Pio Ricovero di Bassano.
Il 20 settembre 1853, a 26 anni, Gaetana entra come assistente nell’Ospizio di mendicità, che all’epoca accoglieva 115 ospiti “per la massima parte vittime del disordine e del vizio”, per cui vi trovò “disordini e abusi quasi di ogni genere”.
Entrata al Ricovero “solo per fare la volontà di Dio”, Gaetana vi rimane per 36 anni, fino alla morte, e impegna in questo ministero tutta se stessa con infaticabile carità.
Avendo capito che la Volontà di Dio è sempre amore, si dedica con infaticabile carità agli esclusi e sofferenti. Tratta questi suoi fratelli sempre con la dolcezza e l’amore di chi, nei poveri, serve il Signore stesso.
Il Ricovero è il suo convento, dove vive animata da una grande confidenza in Dio, dal desiderio di essere sua e di compiacerlo in tutto. Qui nasce la congregazione, nella semplicità e nel nascondimento, con la professione delle prime due compagne nel 1865.
Con mirabile pazienza, sopporta l’ultima, dolorosa malattia e, in Bassano del Grappa, il 26 novembre 1889 consegna se stessa a Dio, che tanto aveva amato e per tutta la vita aveva servito nei poveri.