La Galilea, luogo del nuovo inizio

La Galilea, luogo del nuovo inizio

12 Gennaio 2018 Off Di Suore Divina Volontà

Gennaio 2018

Il nuovo inizio in Galilea, sarà il luogo scandaloso della croce, ma anche dell’incontro con il Risorto, della restaurazione della gioia, luogo dove la speranza è rifatta. Luogo dove La vita acquisisce nuovo senso. Luogo dove i discepoli/e sono chiamati a ricominciare la vita inondati dalla presenza del Risorto.

M atteo 28, 1-8

Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l’angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E’ risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto” Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli”.

Il Vangelo della risurrezione di Gesù Cristo comincia riferendo il cammino delle donne verso il sepolcro, all’alba del giorno dopo il sabato (cfr. Mt 28,1). Vogliono onorare il corpo del Signore: ungerlo con profumi. L’amore le fa svegliare ben presto e vanno al sepolcro, ma che sorpresa: lo trovano aperto e vuoto. Un angelo maestoso dice loro: “Non abbiate paura! ”E ordina alle donne che portino questa notizia ai discepoli: “Egli è risorto dai morti e vi precede in Galilea” (28, 7), è Il simbolo della sequela, il Signore li precede. Le donne fuggono immediatamente, ma, lungo la strada, va loro incontro lo stesso Gesù che dice: “Rallegratevi”! “Non temete”. L’invito del Signore a rallegrarsi, con certezza infiamma il cuore di queste donne di gioia e di speranza rinnovata. Esse possono esclamare: Il Risorto vive tra noi”. E Gesù continua: ”Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea. Là mi vedranno” (Mt 28, 10). Le donne sono portatrici della lieta notizia della risurrezione. Gesù è risorto e vuole incontrarsi con i suoi, questo cambia la vita, trasforma il cuore, lancia verso la felice avventura del quotidiano.

Dopo la morte del Maestro i discepoli si erano dispersi; la loro fede si era spezzata, sembra tutto finito, erano tristi, delusi: cadute le certezze, spente le speranze, il cuore era pieno di tristezza. Ma ora, quell’annuncio delle donne, tuttavia incredibile e quasi strabiliante, arrivava come un raggio di luce nell’oscurità. La notizia si sparge: Gesù è risorto, come aveva predetto… Le tenebre si dissipano, la gioia prende il luogo della tristezza. Essi ricevono l’ordine di andare verso la Galilea; due volte l’hanno udito le donne, prima dall’angelo, poi dallo stesso Gesù: “Andate in Galilea. Là mi vedrete” . E’ ora di riprendere il cammino, rinnovare le forze, ricominciare.

La Galilea è Il luogo della prima chiamata, dove tutto è iniziato! Si tratta di ritornare là, ritornare al luogo della prima chiamata, del primo amore, di quell’incontro che ha trasformato l’esistenza dei discepoli/e. Gesù era passato in riva al lago, mentre i pescatori stavano aggiustando le reti. Li aveva chiamati e loro, “lasciando tutto, lo seguirono” (cf. Mt 4, 18-22). Ancora una volta è ora di seguire il Maestro, l’Amore che non si trova tra i morti, ma vive e viene a portare la vita.

Ritornare in Galilea significa rileggere tutto a partire dalla croce e dalla vittoria di Gesù. Percepire che la vita ha vinto la morte. Rileggere tutto: la predicazione, i miracoli, la nuova comunità, gli entusiasmi e gli abbandoni, perfino il tradimento; rileggere tutto a partire dalla fine che è un nuovo inizio, a partire da questo supremo atto d’amore. Lanciare uno sguardo nuovo sulla storia che si rinnova. Non siamo soli/e. Di fatto, “Colui che ci ha chiamato è fedele” (1Ts 5,24).

Anche per ogni persona c’è una “Galilea” all’inizio del cammino con Gesù. “Partire verso la Galilea” significa una cosa stupenda, significa riscoprire il nostro battesimo come fonte di vita, trarre energia nuova dalla radice della nostra fede e dalla nostra esperienza cristiana. Ritornare in Galilea significa prima di tutto ritornare là, a quel punto incandescente dove la grazia di Dio mi ha toccato all’inizio. E’ da questa scintilla che posso accendere il fuoco per Il giorno di oggi, per ogni giorno, e portare calore e luce ai miei fratelli e alle mie sorelle. A partire da quella scintilla, si accende una gioia umile, una gioia che non offende la sofferenza e la disperazione, una gioia mite e benevola.

Nella vita del cristiano, dopo Il battesimo, c’è anche una “Galilea” più esistenziale: l’esperienza dell’incontro personale con Gesù Cristo, che mi ha chiamata per seguirlo e partecipare alla sua missione. In questo senso, ritornare in Galilea significa custodire nel cuore la memoria viva di questa chiamata, quando Gesù è passato per la mia strada, mi ha guardato con misericordia, mi ha chiesto di seguirlo; ricuperare il ricordo di quel momento in cui i suoi occhi si sono incrociati con i miei, quando mi ha fatto sentire che mi amava e ha svegliato in me l’amore.

Oggi ciascuna di noi può interrogarsi: Qual è la mia Galilea? Dov’è la mia Galilea? Me ne ricordo? O l’ho dimenticata? Ho camminato per strade e sentieri che me l’hanno fatta dimenticare?

Signore aiutami! Dimmi qual è la mia Galilea. Come tu sai, io voglio ritornare là per incontrarti e lasciarmi abbracciare dalla tua misericordia.

E’ necessario ritornare là, per vedere Gesù risorto e diventare testimoni della sua risurrezione. Non è tornare in dietro, non è nostalgia. E’ ritornare al primo amore, per ricevere il fuoco che Gesù ha acceso nel mondo e portarlo a tutti fino ai confini della terra. “Galilea dei gentili” (Mt 4,15: Is 8,23): “orizzonte del Risorto, orizzonte della Chiesa; desiderio intenso di incontro… Mettiamoci in cammino!” (Papa Francesco).

Pregando Il luogo del nuovo inizio di Gaetana – la sua Galilea

Con Gaetana contempliamo la sua capacita di ricominciare in ogni situazione vissuta, rincontrare il senso della sua esistenza in Dio e nella sua Divina Volontà e fare di se stessa dono d’amore ai più bisognosi.

Fu al ritorno in famiglia, dopo essere stata strappata alle sue figlie, che Gaetana ricomincia la vita, rivive il suo cammino e comincia a pensare a ciò che Dio vuole da Lei, con la morte del marito e del figlio, la perdita delle figlie che tanto amava e le calunnie sofferte.

Sarà un nuovo matrimonio? Nel sacrario del suo cuore, nell’incontro intimo e personale il Signore le rivela che la vuole tutta per sé. La sua chiamata in un primo momento sarà nel convento delle Canossiane. “Quella Voce” la invita nel più profondo a un nuovo inizio: “Il Ricovero sarà la tua Clausura”. E’ tempo di ritornare alla tua Galilea, a servizio dell’amore verso i più poveri. Pertanto, il luogo di annuncio della nuova vita per Gaetana, sarà il Ricovero dove il Risorto la invita a donare la sua esistenza, perché i più bisognosi godano della Luce della Risurrezione, in quell’ambiente di tenebre e disordine; Il Signore la chiama, perché in questa Galilea lei possa incontrare e condividere la vita, il servizio, dedicare il suo amore, realizzare la sua missione.

Il Signore l’ha guardata con misericordia e l’ha chiamata a seguirlo e ad annunciare Il vangelo della vita, della speranza, dell’amore nel Ricovero che sarà il luogo della sua “morte mistica” e della Risurrezione.

Gaetana comprende che il Risorto vive tra noi, è presente negli emarginati e lì pratica l’amore, spende La vita, ama e si sente amata. “Presto tutti mi amarono”.

Preghiamo con il testo di Madre Gaetana: Servizio nell’amore (A.F It. 156-157; Port. 173-174; Sp. 146-147; Fr.136-137).

Preghiamo il Salmo 97

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto prodigi.

Gli ha dato vittoria la sua destra

e il suo braccio santo.

 

Il Signore ha manifestato la sua salvezza,

agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa di Israele.

 

Tutti i confini della terra hanno veduto

la salvezza del nostro Dio.

Acclami al Signore tutta la terra,

gridate, esultate con canti di gioia.

 

Cantate inni al Signore con l’arpa,

con l’arpa e con suono melodioso;

con la tromba e al suono del corno

acclamate davanti al re, il Signore.

 

Frema il mare e quanto racchiude,

il mondo e i suoi abitanti.

I fiumi battano le mani,

esultino insieme le montagne

davanti al Signore che viene,

che viene a giudicare la terra.

 

Giudicherà il mondo con giustizia

e i popoli con rettitudine.

 

Concludere con la “Consacrazione alla Divina Volontà”.

(Questo ritiro è stato curato da Sr. Marcia Alves Ferreira)